Mobilità scuola, la Corte d’Appello ribadisce: prioritario il punteggio posseduto

Operazioni di mobilità nel mondo della scuola: importante sentenza della Corte d’Appello di Roma in favore di una docente difesa dallo studio Limblici Palumbo.La donna, immessa in ruolo nel 2015 nel contesto del piano straordinario di assunzioni della legge 107/2015, aveva presentato ricorso dopo che in fase di mobilità era stata assegnata ad un ambito diverso da quello richiesto (Lazio invece che Sicilia), nonostante avesse un punteggio superiore a quello di altri partecipanti.Il tribunale, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Giuseppe Limblici e Francesca Palumbo, aveva in primo grado ribadito che le operazioni di mobilità devono innanzitutto tenere conto del maggior punteggio posseduto. Avverso la sentenza ha proposto appello il MIUR sostenendo l’erroneità della decisione del primo giudice.I giudici d’Appello hanno rigettato le richieste dell’Avvocatura Generale che difendeva il Ministero e, confermando la sentenza di primo grado, hanno ritenuto che in materia di mobilità scolastica spetti al datore di lavoro, e non al lavoratore, l’onere di provare il rispetto delle regole stabilite per la formazione delle graduatorie

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